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Istituzioni politiche e teoria politica


Istituzioni sociali e teoria politica

La «decisione politica» come legame tra aspettative elettorali ed azione

di Michele Infante

Abbiamo già visto come aspettative e sicurezza sono movimenti interni al sistema, e abbiamo delineato la loro importanza strutturale. Ma qual è il legame tra l’azione e le aspettative (Erwartungen)?
Luhmann ritiene a differenza di Parson , che le aspettative non sono proprietà delle azioni, per il sociologo tedesco, il rapporto tra le aspettative e le azioni è lo stesso rapporto esistente tra struttura e azione, cioè un rapporto di reciproca possibilizzazione. « L’aspettativa – dice Luhamm – va interpretata come una forma di senso, non come un processo intrapsichico » Ma se le strutture dei sistemi sociali sono strutture di aspettative, esse conferiscono un senso, una motivazione all’azione.
«Parleremo di decisione ogniqualvolta e nella misura in cui, il conferimento di un senso ad un’azione reagisce ad un’aspettativa ad essa stessa rivolta. Il fatto che un’azione si sviluppa sempre orientandosi ad aspettative è cosa ovvia, e non fa nascere alcuna spinta alla decisione. Una situazione decisionale nasce solo se l’aspettativa viene rivolta all’azione stessa o ad una sua mancata realizzazione, vale a dire, se l’azione stessa ad essere oggetto d’aspettativa. In questo caso, l’aspettativa instaura l’alternativa tra conformità o devianza per cui diventa necessario prendere una decisione.
Luhmann non ci spiega però come sia possibile risolvere il problema delle aspettative contraddittorie o contrastanti, sfuggendo in parte ad un problema molto delicato, se è vero che ci troviamo sempre di fronte a panel di aspettative, e quindi riduciamo le possibilità di aspettative con operazioni di selezione, è altrettanto vero che nelle società occidentali, sia gli individui sia i contesti sociali offrono e si trovano a relazionarsi con prospettive spesso contraddittorie.
La nostra analisi delle aspettative (Erwartungen), deve tener quindi conto anche di un processo di selezione delle aspettative come d’altro canto di quel tipo di decisioni che possiamo definire di routine. In altri termini dobbiamo tener conto di quando un’azione diviene “standardizzata”, usuale, consuetudinaria . Bisogna quindi andare oltre il piano della semplice esecuzione, la decisione è da intendersi come una trasposizione tra due piani di contingenza. Ci sono elementi che scartati durante la decisione, ritornano successivamente, ed elementi successivi che maturano proprio in relazione alla decisione presa. In altre parole, la decisione può mutare di qualità, durante e dopo la decisione.
A differenza dei teorici delle scelta razionale , e di chi sostiene che l’individuo cerca nell’azione il massimo del suo utile, Luhmann propone una teoria dell’aspettative per cui il soggetto non va alla ricerca di un valore-limite, bensì va alla ricerca di una combinazione vantaggiosa di azione e aspettativa, al centro della scelta decisionale vi sono quindi le alternative che esse creano all’interno della complessità sociale e temporale.

2.4.1 Differenziazione sociale e strutture delle aspettative

Abbiamo già detto come nell’ambito di una teoria generale sui sistemi sociali, non vanno prese in considerazione le caratteristiche di contenuto, ma solo quelle formali . Evitare di perdere di vista l’unità del sistema rimane in questa fase essenziale. Il problema rimane come avviene questa differenziazione (Differenzierung) tra il sistema e l’ambiente? E quindi rispetto al problema delle aspettative, come sia possibile creare strutture, partendo dalla necessità di ridurre la complessità, indipendenti dai possibili contenuti delle aspettative.
La risposta sembra essere nel vecchio concetto di gerarchia. Ma se è vero che molti sistemi sociali instaurano al loro interno gerarchie che danno vita a sistemi ordinati e capaci di salvaguardarne l’unità, è anche vero che ci sono forme e strutture sociali che non ricorrono al concetto di organizzazione gerarchica, ma sembrano trovare una spiegazione alla necessità di creare strutture e di ridurre la complessità ricorrendo piuttosto al concetto di funzione. Se una struttura riesce ad attendere alle aspettative create dal sistema, se cioè in altre parole, riesce ad assolvere al meglio la funzione per cui è corrisposta, allora essa riesce a determinare sia l’unità che la differenza. Le funzioni , sono sempre sintesi di una pluralità di possibilità, prospettive di raffronto, tra possibilità attualizzate, e quindi realmente selezionate dal contingente ed altre possibilità rimaste in vece di natura non attuale. A differenza dell’orientamento per gerarchia, l’orientamento per funzione produce anche ridondanza e quindi sicurezza. Tutto quello che accade ha la funzione di ridurre la complessità e nessuno si sentirà mai sicuro per questo, ma il fatto che vi siano funzioni equivalenti e quindi interscambiabili, permette ad un sistema di usarle per sopperire con l’una, l’altra in caso di mancato rendimento. «La creazione di relazioni che rapportano eventi, azioni, condizioni, aspettative, strutture a problemi, stabilendo rispetto ad essi funzioni, riferimenti all’unità, possibilità di raffronti, non è di per sé prevista nell’esecuzione delle azioni: è un problema di osservazione ed in quanto tale, riguarda eventi o processi che non si trovano sotto la pressione diretta delle situazioni di fatto. La riproduzione dei sistemi può attuarsi – come in effetti si attua – facendo a meno dell’osservazione; questa non assume un’importanza decisiva, e proprio per questo, essendo dispensata dall’impegno di dover produrre effetti, può concedersi una visione sistemica più complessa […] l’agire e l’osservare non si eludono a vicenda» . Per tale motivo si verificano quindi, distribuzioni continuamente fluttuanti tra momenti di azione e momenti di osservazione, e considerato che le esigenze di comunicazione escludono che i partecipanti agiscono tutti contemporaneamente, ci sarà sempre uno scarto tra l’osservare e l’agire. Uno scarto maggiore tra osservazione ed azione, diviene più accentuato quanto maggiore è la differenziazione, senza intaccare l’attuazione comunicativa dell’auto-osservazione. Ad un crescere di questa differenziazione ed in presenza di una costante comunicazione relativa all’auto-osservazione, diventa probabile la scomparsa di orientamenti funzionali relativamente improbabili, accompagnati dalla selezione delle strutture corrispondenti. Due sono i percorsi che portano o permettono che si arrivi alla differenziazione:
Il primo: creare ruoli per gli osservatori, in base ad una riconosciuta saggezza, o abilità, o potremmo noi dire “specializzazione conoscitiva”, il sistema delega ad alcune strutture o individui il ruolo di produrre osservazioni da poi mettere in pratica.
Il secondo: non ricorre ad una separazione di ruoli bensì ad un isolamento tecnico dell’osservatore. Questa soluzione scaturisce da un ampliamento tecnico delle possibilità comunicative, come poi avremo modo di mettere in evidenza più avanti nel corso di questa ricerca.

2.4.2 Individuazione delle aspettative sociali, loro gestione emotiva ed elaborazione comunicativa da parte del potere politico

Ritorniamo ad uno dei nodi problematici della struttura di aspettative, che riveste un ruolo fondamentale all’interno della teoria dei sistemi sociali, e cioè quando le aspettative acquistano rilevanza sociale?
La risposta potrebbe sembrare una tautologia, ma non lo è. Dice lo stesso Luhmann:«Le aspettative acquistano rilevanza sociale, quindi attitudine a fungere da strutture di sistemi sociali, solo se possono a loro volta diventare oggetto di aspettative. Solo in questo modo sarà possibile mettere ordine in situazioni caratterizzate da doppia contingenza». Ma se più partecipanti sono partecipi di un’arena sociale, come è possibile la relazione tra diverse aspettative? In realtà, come abbiamo visto, divenendo riflessiva: l’aspettativa, cioè auto-referenziale e capace di guardare e rapportarsi solo a se stessa, fa si che la sua aspettativa sia attesa. Ego deve poter aspettarsi ciò che Alter si aspetta da lui. Per potersi avvalere dell’autocontrollo è necessario che risulti garantita l’aspettativa. La delusione delle aspettative (Enttäuschung von Erwartungen) da parte di Alter significa un rinegoziare le aspettative, o includendo anche quelle disattese, oppure non avendo più quelle stesse aspettative. Chi tollera un comportamento che delude le proprie aspettative, deve tener conto che, in futuro, l’altro non si aspetterà più queste aspettative deluse, bensì quelle che corrispondono al suo effettivo comportamento. Non bisogna quindi cadere in una teorizzazione eccessivamente semplicistica del problema delle aspettative, Luhmann a differenza di altri importanti sociologi, come di quelli della teoria “dell’interazionismo simbolico” (Mead) ritiene che la complementarietà delle aspettative non è la copia della complementarietà del comportamento. Se si dà qualcosa ad un altro, si deve aspettare in cambio qualcosa da ricevere. Rientrando nel discorso dare/avere il problema delle strutture delle aspettative interne ai sistemi sociali, ma a sua volta anche chi riceve viene ad essere vincolato dall’aspettativa. Le aspettative spingono gli attori ad attribuirsi vicendevolmente delle aspettative di lunga durata, ed in tal senso, strutturali. Viceversa la riflessività delle aspettative (Reflexivität von Ervartungen) consente delle correzioni, ed anche le contese sulle aspettative tra due attori, agendo sul piano stesso delle aspettative in gioco, costituiscono esse stesse dei vincoli. Secondo questa concezione, gli imperativi, i valori, i concetti di dovere, abitudini, normatività, non sono altro che un meta-livello delle aspettative delle aspettative, simboli surrogati dell’orizzonte sociale, “attribuzioni forfettarie” che comunque hanno la funzione di permettere una sufficiente velocità e fluidità della comunicazione. I sistemi sociali sono in ogni caso sistemi con una complessità temporalizzata. I loro elementi ultimi sono azioni comunicative, che permettono la relazione intersistemica, dunque eventi che hanno la loro unità nel fatto che scelgono un determinato modello della connessione con altre azioni – a differenza di ciò che viene o avverrebbe attualizzato prima, senza di esse, e dopo. Un’azione è perciò azione solo come azione di altre azioni. Allo stesso tempo però Luhmann non può negare che queste meta-prospettive, ed i problemi da queste sollevate, siano sintesi simboliche abbreviate e spesso frutto di elaborazioni conflittuali, che comunque assumono una rilevanza sociale. Tutto ciò che riguarda i sistemi d’interazione sociale, sia quelli democratici, sia politici, sia quelli basati sull’economia di mercato, sia la stessa ricerca scientifica non sono pensabili senza una struttura di aspettative di tipo riflessivo. C’è anche un livello conflittuale nella gestione delle strutture di aspettative, la riproduzione di valutazioni divergenti, internamente ai sistemi sociali e tra gli stessi sistemi sociali, tende a spingere, a dirottare ed ad intervenire sulle aspettative. Conquistare posizioni, consolidare simbolicamente delle contrapposizioni diviene motivo d’attrito e d’attribuzione. Il vero attributo delle aspettative a questo punto diviene il problema della sicurezza. Da un lato abbiamo le prospettive sicure, dall’altro le prospettive insicure. Riferire il concetto d’insicurezza alle aspettative significa carpirne la natura, significa determinarne la motivazione.
Tutti i dispositivi che il sistema sociale mette in atto per la tutela dei rischi e quelli d’incremento delle sicurezze, s’inseriscono già a livello della formazione delle strutture di aspettative. Se vengono formate delle aspettative, questo dispositivo è un dispositivo comunicativo, capace di connessioni. Si può agire in due modi per riassorbire l’insicurezza: o rendere più vaghe le aspettative, oppure ricorrere a processi decisionali. Ecco che il ruolo dei mezzi di comunicazione può essere essenzialmente quello di suggerire il soddisfacimento delle aspettative di alter da parte di ego (non solo di Alter stesso). Se noi intendiamo come Alter, il politico o la personalità politica che lo incarna, il leader partitico, ed Ego, l’elettore, possiamo finalmente entrare in un rapporto finalmente leggibile in chiave contemporanea tra elettorato e politica. Pertanto, la gestione del dissenso non potendo né modificare la realtà dei fatti e dei problemi, avviene gestendo e lavorando sulla manipolazione dei processi comunicativi, in quanto «solo i contesti comunicativi e non gli “uomini” possono differenziarsi. Ci sono processi di comunicazione politica, con cui la politica si auto-sensibilizza, cioè diventa sensibile a problemi e a compiti, tramite il quale si pone in riferimento al proprio ambiente sociale» . Questo meccanismo assicura la rilevanza politica di «temi» (ed anche la rilevanza politica di persone) si forma, cresce, e poi di nuovo perde di importanza, in processi di comunicazione interni al sistema politico, senza dover corrispondere con precisione ai mutamenti dell’ambiente. La discussione politica si muove tutta all’interno della comunicazione politica. In tale ottica anche la discussione politica «assicura a se stessa le proprie premesse» e «si scoraggia dopo un certo periodo di sforzi infruttuosi», inoltre Luhmann mette in rilievo come vi siano delle premesse generalmente accettate, dei valori fondamentali per cui, già fin dall’inizio di una campagna di comunicazione, «il consenso è presupposto»; e c’è rispetto allo stato delle cose una sorta di una coscienza storica, all’interno di una memoria storica “corta”, per cui il pubblico dimentica contenuti e temi delle campagne elettorali precedenti, che non sono cognitivamente trattenuti dal pubblico. L’idea che è alla base della teoria luhmanniana, è l’idea essenziale dell’improbabilità della comunicazione, e dell’accadere. «I contatti con l’ambiente restano indispensabili: danno impulso, o anche argomenti, a ciò che “non accade”» .
Il problema del potere non può più rispondere ad una logica di trasmissione verticale e monocausale – né il macchinismo burocratico-amministrativo può essere più inteso, weberianamente, come «il modo formalmente più razionale di esercizio del potere».
La categoria del potere passa da una dinamica transitiva, Potere del Sovrano-Potere del Suddito, Potere-Dello-Stato-Potere del Cittadino, ad una dinamica diversa di natura differenziale e relazionale. «In una società complessa il potere cessa definitivamente di essere un fenomeno transitivo, per trasformarsi pienamente in un processo relazionale-funzionale» . Luhmann, riprendendo l’intuizione ed il modello parsoniano , traccia l’evidenza di una politica basata su un reclutamento su base relazionale, amico/nemico , piuttosto che su un’ampia condivisione ideologica e forte di contenuti e temi. Sono infatti, questi ultimi che si adattano alla maggioranza e all’intesa del momento.

Bibliografia

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Testi di Luhmann in lingua originale consultati:

Luhmann Niklas (Herausgegeben von Oliver Jahraus), Aufsätze und Reden, Reclam Stuttgard, 2001
Luhmann Niklas, Die Politik der Gesellschaft, Suhrkamp Verlag, Frankfurt am Main, 2000
Luhmann Niklas, Soziale Systeme. Grundriß einer allgemeinen Theorie, Suhrkamp Verlag, Frankfurt am Main
Luhmann Niklas, Soziologische Aufklärung, 2 Auflage. Aufsätze zur Theorie der Gesellscahft.
Soziologische Au fklärung, 3 Auflage. Gesellscahft, Organisation.
Soziologische Aufklärung, 4 Auflage Beitrage zur funktionalen Differenziereung der Gesellschaft
Soziologische Aufklärung, 5 Auflage.
Soziologische Aufklärung 6. Die Soziologie und der Mensch, Westduetscher Verlag – Köln und Opladen.
Luhmann Niklas, Ökologische kommunication. Kann die moderne Gesellschaft sich auf ökologische Gefährdungen einstellen?, Westduetscher Verlag – Köln und Opladen.
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Articoli di Luhmann in rivista:

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Autopoiesis, Handlung und kommunikative Verständigung, “Zeitschrift für Soziologie”, n° 11 del 1982, pp. 366-379, Ferdinand Enke Verlag Stuttgart
Die Autopoiesis des Bewußtseins, “Soziale Welt”, n° 36 del 1985, pp.402-446, Verlag Otto Schwartz & Co, Göttingen.
Uber systemtheoretische Grundlagen der Gesellschaftstheorie, “Deutsche Zeitschrift für Philosophie”, n° 38 del 1990, pp.: 277-284.
Wirtschaft als autopoietisches System: Bemerkungen zur Kritik von Karl¬ Heinz Brodbeck, “Zeitschrift für Politik”, n° 39, pp. 191-194, Carl Heymanns Verlag KG, Köln-Berlin.
Wahuwabu in der Universitàt, “Zeitschrift ftir Rechtspolitik”, n° 8 del 1975, pp. 13-19, CH Beck’sche Verlagsbuchhandlung, Munchen und Frankfurt am Main.
Tautologie und Paradoxie in den Selbstheschreihungen der modernen Ge¬sellschaft, “Zeitschrift für Soziologie”, n° 16 del 1987, pp. 161-174, Ferdinand Enke Verlag Stuttgart.
Einfuhrende Bemerkungen zu einer Theorie symbolisch generalisierter Kommunikationsmedien, “Zeitschrift ftir Soziologie”, n° 3 del 1974, pp. 236-255, Ferdinand Enke Verlag Stuttgart.
Schematismen der Interaktion, “Kölner Zeitschrift für Soziologie und Sozialpsychologie”, n° 31 del 1979, pp. 237-255, Westdeutscher Verlag, Opladen
Bemerkungen zu: „Selbstreferenz“ und zu „Differenzierung“ aus AnIaß von Beiträgen im Heft 6,1992, der Zeitschrift für Soziologie, “Zeitschrift für Soziologie”, n° 22 del 1993, pp. 141-144, Ferdinand Enke Verlag Stuttgart
Die Welt als Wille ohne Vorstellung: Sicherheit und Risiko aus der Sicht der Sozialwissenschaften, “Die politische Meinung”, n° 229 November/December del 1986 pp. 18-21.
Machtkreislauf und Recht in Demokratien, “Zeitschrift fùr Rechtssoziolo¬gie”, n° 2 del 1981, pp. 158-167, Westduetscher Verlag, Köln und Opladen.
The form of Writing in “Stanford Literature Review”, n° 9, pp.25-42, 1992
N. Luhmann Tautology and Paradox in the Self-Description of Modern Society in «Sociological Theory», 6 (1988) pp 26-37

Testi su Luhmann in italiano:

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Febbrajo Alberto, Funzionalismo strutturale e sociologia del diritto nell’opera di Niklas Luhmann, Giuffrè Editore, Milano 1975
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Belardinelli Sergio,

Bibliografia generale:
(la data di pubblicazione si riferisce all’edizione citata)

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